Il pugile

IW_Pugile-delle-terme_021

Pensi che mi importi qualcosa di queste ferite, Clodia?

Pensi davvero che mi importi qualcosa?

Non sono neanche in grado di sentirli, questi colpi che mi piombano sulla faccia.

Ho nella bocca il sapore del sangue, riesco a malapena ad aprire gli occhi tumefatti, eppure non provo dolore.

Sono qui a combattere, a sferrare con violenza i pugni sul mio avversario, ma al suo posto immagino di avere di fronte il vecchio patrizio che hai sposato.

Penso alla sua bocca vicino alla tua, dopo che si è ingozzato di cibo, ai suoi occhi umidi di rospo che ti guardano mentre ti spogli e sono sicuro di non avere mai odiato così tanto.

Il tuo sguardo puntato su di me, mentre sono qui sull’arena per farvi divertire, ecco, quello mi fa più male dei colpi.

E la rabbia mi sale dal profondo, mi fa essere più violento, e mi induce a colpire la faccia e la testa del mio rivale, che ha assunto ai miei occhi le sembianze di tuo marito.

Sento il rumore delle ossa del suo cranio che si rompono sotto i miei pugni d’acciaio.

Si accascia per terra, tramortito.

L’ho battuto.

Un profondo boato emerge dalla folla assiepata nella cavea.

Mi siedo esausto, ho le gambe tremanti.

Mi giro a fatica per guardarti sugli spalti.

Ti intravedo, hai gli occhi bassi.

Lui, il vecchio patrizio, ti sta accanto.

Esulta, agitando per aria le sue braccia flaccide e bianche.

Aveva scommesso su di me. E ha vinto.

© RitaLopez

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